Monday, August 7, 2017

i codici di comportamento e i pungoli

io mi son fatto un'idea.
da quando un certo tipo di mainstream ha cominciato a sputtanare le ong che si adoperano a salvare i migranti, quelli in mare.
sputtanare, sì.
con un metodo anche piuttosto peloso: trovagli una definizione che non offende smaccata, in prima battuta. però insinua un piccolo tarlo. e glielo associ. usi un caso singolo, sfiorato dal dubbio, e applichi in maniera estensiva. una metonimia da stronzi. "taxi del mare". si parte dalla [ri]definizione. si [ri]crea il fondamento, la percezione. e si mette tutto in circolo. tipo il sassolino, piccolo, nella scarpa, che poi a furia di camminarci sopra comincia a dar fastidio, sempre di più.
peloso, no?
non sono un retroscenista similgrillinico. quindi non penso che questa cosa sia stata pianificata scientemente a tavolino. si è presentata l'occasione. è stato comodissimo infilarvicisi sopra. con vari gradi di virulenza, anche a seconda di quanto è importante il grado di salvinità, e tutto il becerame politico che tutto questo comporta.
niente di così nuovo rispetto alla storiella della calunnia, che è un venticello.
io mi sono chiesto perché, allora.
a maggior ragione me lo chiedo ora.
perché farsi delle domande è un altro modo di sentirsi libero. anche quando la domanda pare un po' curiosa.
perché?
penso che la risposta non debba essere per forza una sola. oppure possa declinare in vari modi.
quindi provo a rispondermi.
il fenomeno migratorio è, oggettivamente, una questione che determina complessità che soverchia tutti. diciamolo: un puttanaio.
esiste da che esiste l'uomo. non finirà non ostante tutta la salvinità ci si possa inventare. questo qui, quello in cui siamo coinvolti come europa, durerà decenni. non ostante il parere contario dello slogan salvinico: aiutiamoli a casa loro [che permea la salvinide un po' abbastanza ovunque].
i fenomeni complessi richiedono analisi importanti, per cercare di trovare sintesi che gestiscano, o ci provino, la complessità del fenomeno.
la classe dirigente europea non è, molto probabile, all'altezza. figurarsi quella italiana, permeata dalla salvinità.
e in tutto questo il fenomeno migratorio è un pungolo morale. penso anche laddove le percentuali di salvinità sono molto alte [ecco, forse giusto manca nella fognitudine fascista, ma è altra categoria, quella]. perché il dis-sperare di ciascuno che se ne viene via - come se ne vengono via - dalla propria terra di origine è qualcosa che intuisce chiunque. magari giù in fondo alle cose che sembrano rumore di fondo. ma c'è. che uno negherebbe spergiurando salvinicamente, ma c'è. non ci sono persone migliori o peggiori a percepirlo: ci sono persone diversamente informate e/o empatiche.
non sto dicendo che questo risolva la complessità.
anzi.
sto dicendo che è un potenziale aumento della complessità. perché implica il fatto che potrebbe venire di averne cura: take care, a 'sto giro l'inglese funziona meglio. ed averne cura è - mediamente - più complicato che ignorarli. perché significa rinunciare ad un po' del mio io. in fondo sono due istinti naturali contrapposti. salvaguardare il mio e rinunciarvi, solidarizzando. il primo forse è più basico, serviva quando stavamo sulle piante, il secondo guarda avanti, permette di costiture il senso di comunità.
insomma.
un puttanaio.
e in quel puttanaio il salvinismo che permea la classe dirigente sceglie la semplificazione. vien via più facile, si capisce meglio, non comporta sforzi per dare l'esempio. masssssssì, la storia della pancia delle persone. che dal punto di vista elettorale ha sempre grande resa.
e il pungolo morale di cui sopra?
facile.
anche la salvinità ha capito che prendersela con i migranti non è efficace. sarà la storia del pungolo. sarà che sono massa troppo indistinta. sarà che sono ancora altro da noi, fintanto che non arrivano qui da noi. sarà che anche la salvinimica de "aiutiamoli a casa loro" porta dentro un abbozzo pezzottato di solidarietà.
quindi il bersaglio ideale sono chi li aiuta. soprattutto le ong. non-governative. significa essere affrancati dalla salvininiade. il salvinico senso del controllo governativo non c'è. sono libere. ed in questa libertà c'è un potenziale pericolo per il mainstream salvinesco.
e soprattutto ribadiscono il pungolo morale. fanno quello che ognuno sa andrebbe fatto [inversamente al grado di salvinità che lo pervade]. e questo è fottutamente fastidioso [in maniera proporzionale alla percentuale di salvinamento]. le ong illuminano la cattiva coscienza che ci portiamo dentro: tanto o poco. e lo fanno senza troppi compromessi salvineschi.
ovvio che tutto questo è abbastanza insopportabile, mediamente per il mainstream. tipo il secchione in classe. lui cazzo sì che la sa la lezione. se me ne sto a salvinizzare come un salviniade qualunque in fondo alla classe me la devo giocare: massì, mi sembrava di aver visto sul libro che bisognerebbe aiutarli a casa loro, ecco, sì diceva più o meno questo. e poi, al limite, il secchione lo sputtani. ma con pelosa salvineria, poco a poco.
taxi del mare.
ed imporre un codice che - lo sai, ministro dell'interno - non potrebbero mai accettare è un attimo.
e così diventano, le ong, quelle irresponsabili: tutte.
ed il giochetto è riuscito.
fatto.
sputtanati.
e noi, paciosamente, ci godiamo questo mainstream salvinizzato.

[chiosa più tranchant finale: limitare l'azione delle ong significherà solo una cosa: far aumentare i morti. i flussi migratori non diminuiranno. la complessità del fenomeno non ne sarà intaccata. la pancia della gente continuerà a percepire un pericolo artefatto. moriranno "solo" più persone. morti della cattiva coscienza. [a volte sarebbe piuttosto rinfrancante credere in qualcosa che, ad un certo punto, arrivasse anche a chiederne conto]]

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