Wednesday, March 22, 2017

semo tutti westminster

che poi a me, quando succedono le cose come quelle di londra tipo oggi, mi viene di esser coinvolto in un mood molto teleologico. specie se non sono impegnato a contemplarmi l'ombelico. che già è una buona notizia - personalissima - che si affonda nella cogenza importanza dell'altra di notizia.

tralasciando alcune considerazioni del second'ordine [per dirla alla sviluppo di funzione mediante serie di taylor] è come se mi sembrasse ancora più inevitabile l'evoluzione dell'intelligenza sociale dell'umanità.

per il semplice fatto che gli elementi che - nella complessità del sistema sempre più interconnesso - sono negativi, si contrappone la risposta, orgogliosa, convinta, ineluttabile di una totalità importante.

ed è innegabile che l'elemento negativo sia fottutamente più efficiente nella resa: un singolo terrorista può impattare, rinculare, propagare il suo agire con un effetto deflagrante importantissimo. ne basta uno, basta un singolo evento ed un pezzo importante di coscienza condivisa mondiale è coinvolta a vari livelli.
e si contrappone, ad un'azione molto pragmatica e destruens, prese di posizioni di principio, di proud, e di reazione morale condivisa per certi aspetti eterea, non necessariamente fattiva.

è l'iperbole elevata ad una certa poteza del: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.

il fatto cruciale è, appunto, l'inevitabilità. e la numerosità degli alberi. perché - nel caso puntuale di oggi - se ad esempio ascoltando il sindaco di londra uno si sente appartenere al noi e al non ci arrenderemo mai è perché è dentro nel bailammè [silenzioso e inesorabile] della foresta che cresce. e non importa se io a breve potrò tornare nella mia buchetta, altri perderanno le speranze, altri se ne andranno: come tutti, del resto. io son solo un neuroncino dell'intelligenza collettiva. e - se perché sarò nella buchetta o perché non ci sarò più - mi sostiutuiranno due neuroncini magari molto più in gamba di me, nonché più giovani. che daranno il loro contributo a crescere la foresta dell'intelligenza collettiva.

e c'è un'enorme freccia del tempo, che va in un'unica direzione, lo fa da svariati secoli, continuerà a farlo. noi siamo solo di passaggio. l'intelligenza collettiva è a disposizione di ciascuna creatura, e ha davanti una buona approssimazione di quella che potremmo definire eternità [si sa che non è esattamente così, ma è una buona descrizione, suvvia]. per questo figurarsi se può preoccuparsi di un singolo, efficientissimo, terrorista. ed il discorso vale anche con altre quantità idi eventuali terroristi, non è questo il punto. quindi si va avanti, si prosegue. inevitabile, teleologico. [forse sono un po' insoddisfatto della contingenza. e mi butto un po' avanti]. singolarmente siamo poco efficienti. ma siamo in tanti. e l'effetto complessivo dei neuroncini ha davvero un sacco di tempo. ma proprio tanto.

ovvio che vinciamo noi.


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