Thursday, August 25, 2016

il manuale 3D e l'incubo delle passioni

c'è un passaggio in "contact" in cui il multimiliardario giappo spiega alla fascinosascienziata jodie come leggere il manuale che gli "alieni" hanno inviato sulla terra, dopo essersi messi - appunto - in contacto. "alieni" che peraltro usano una banale modulazione in ampiezza [però lo dice il libro da cui hanno tratto il filme]. sulle armoniche a più alta frequenza sta altresì la ciccia informativa del manuale medesimo: pagine e pagine per definire il vademecum per realizzare la macchina per andare da loro. dagli "alieni" dico. appena scoperte quelle informazioni gli scienziati normali non capiscono come leggere l'insieme di quelle pagine. c'è sempre un lato di troppo che non si raccorda con le altre. il multimiliardario giappo, con nipponica maestria  da ccuuuupdeeteattRR, fa partire un'animazione powerpoint evoluta. e suggerisce il pensiero laterale di immaginare quelle pagine nelle 3 dimensioni. leggendolo come un libro nello spazio le pagine si raccordano magnificamente [tripudi di effetti pauverpoint]. il manuale è interpreato e fruito. la macchina viene costruita. in prima istanza non va su jodie [perché il predicatore che jodie si zompò qualche anno prima ad arecibo è diventato importante, nonché ascoltatissimo consigliere spirituale del presidente e: mica può mandare su una che non crede in dio, no? in realtà non vuole che vada, perché llaaaaamaa, o forse vuole ancora zomparsela, o entrambe le cose messe assieme]. poi la macchina si fracassa per un attentato [il bombarolo suicida è WASP con i capelli biondissimi ed una faccia moderatamente inquietante]. intanto il multimiliardario giappo ne ha costruita un'altra pari pari, altro ccuuuupdeeteattRR. e jodie va su. intermezzo onirico del suo viaggio per corridoi spaziotemporali usati come metropolitane. finale che alla fine non le credono sia andata su. ma lei ci è andata. ed in fondo chi l'interroga sa che ha ragione lei.

non volevo farne la sinossi. però mi è venuto in mente il filme, oggi, da odg. soprattutto la storia del manuale, che non si riesce a mettere assieme e tirarne fuori il contenuto.
mi è sovvenuta questa pittura mentale quando le ho detto che fatico a tener assieme due aspetti di me. e fatico a immaginarmi di essere la stessa persona che li vive entrambi. come se guardandomi non riuscissi ad vedermi un unicum, olistico con quei due modi di percepirmi. come se per vedermi nelle mia completezza dovessi guardare contemporaneamente avanti e dietro [o destra e sinistra]. cosa che fatico a fare, per quindi non osservarmi nella mia poliedrica intierezza.

uno è l'aspetto che è uscito spesso con odg. e che non mi pare di dover condividere qui. se non per un metoniminico umanesimo-spirituale.
l'altro è quello che è uscito spesso qui. e che accenno ad odg -  smussandone le definizioni, e con cesello perbenista - del satiro dal sesso ossessionato sopratutto perché solo sublimato [no, non sono solo onanismi].

ecco. sono entrambe queste cose qui. e mi paiono distanti. una volta la sintesi mi sembrava la soluzione di un'equazione senza risultato [cit.]. ora che sono un po' più affrancato dal moraleggiamento cattolico, di cui mi sono imbevuto per anni, le cose sono meno da numero immaginario.

resta il fatto che ogni tanto la parte satiresca si acquieta un po'. tipo in questi giorni. ha sguazzato per settimane. un po' per reazione da chiusaunaportasiapreilportone [un cazzo, nella versione figurata, non rappresentativa di un utilizzo intensivo del]. un po' perché il caldo, la luce, l'estate, la natura che esplode mi fa questo effetto. e soprattutto è così piacevole starsene ignudi con la finestra aperta e fa anche un po' più sangue sentire quell'appiccicaticcio sudaticciamento, che in fondo è uno scambio di liquidi biologici.
e invece no. la vibrante porzione ora un po' si è calmata. e sono un po' meno squassato intimamente. e tutto sommato penso che non si sta poi così male. starsene un po' con l'ormone rilassato, per quanto non soddisfatto.

e mi viene in mente il sempiterno verso killer-application di franco battiato: emanciparsi dall'incubo delle passioni [che l'arrangiamento sembra seguire lo svolgimento della melodia che si apre a ventaglio, solo che poi l'arrangiamento sventaglia ancora di più, quasi ad andare in dissonanza].
anche se poi, a pensarci ancora meglio, battiato ha scritto quel verso ormai più di un quarto di un secolo fa. non è che, a leggerlo in 2D, uno pensa che debba essere sempre così?
cioè: franco, non è che intendevi emanciparsi dall'incubo delle passioni, ma poi ci si ritorna dentro, perché noi siamo fatti anche di passioni? non è che così tagli fuori un pezzo ontologicamente imprescindibile di ciascuno di noi? non è che ci possiamo emancipare da un incubo, per poi farci pace e trasformarlo in un sogno? non è che una volta andati a cercarlo - come da titolo della canzone, al netto della trasformazione deittica che in realtà sarebbe "e ti vengo a cercare" - lo si è trovato, e magari poi si ritorna un'altra volta. e magari nel mentre diamoci dentro con le passioni? non è che le cose possono stare assieme?

non è che bisogna attivare il pensiero laterale. e leggere il manuale nello spazio, invece che nel piano?...

franco?
ehi franco?
francooo...?
aaaaaaffrranccoooooo?
ci sei franco aapppapà?
oooofffffranggooo...
frengggooooo?
ma guarda un po' sto frengooo e chi t’è stramuort...


niente: emancipato.
lui, almeno.

Thursday, August 18, 2016

la via [per provare a creare] e l'ossessione [per la trombatia]: con lovvvvvvvo, cazzo, quanto tempo si perde

un paio di piccole suggestioni. ed una considerazione sull'ossezione trombatoria.

uno.
leggo un nuovo bloggggghettino. è di una collega. collega nel senso che - quanto meno - condividiamo lo stesso luogo di lavoro, ma nemmeno soggetto di retribuzione: lei è un collarino arancione. scrive bene. scrive pulito, essenziale, misurato. un po' acqua et sapone raffinato e charmant. come mi pare sia in fondo lei, a percezione. ho l'impressione nemmeno si sia accorta di me. ma non è un grosso problema, ovvio.
scrive bene, dicevo. la scrittura emozionante però è altra cosa.
oggi, dopo averle lanciato uno sguardo fugace, mentre mi re-infilavo nel tornello per tornarmene all'amena postazione post caffè pomeridiano, ho provato una leggera invidia. perché credo abbia una percezione corretta di sé medesima. sa di piacere in maniera elegante, l'ho come sentito in maniera inequivocabile. come probabilmente sa che piace la maniera in cui scrive. e verosimilmente questo conferma la sua percezione. serenamente [penso] [parentesi: quattro avverbi in altrettanti periodi, sono poco charmant]. e quindi cura la sua scrittura, per farla aderire a sé medesima. un po' come uscire in ordine per andare al lavoro. acqua e sapone raffinato e charmant, com'è il blogggghettino: cucina e cinematografia. niente di stravolgente. una sinestesia interessante, senza iperboli.

sinestesia. userò questa parola quando le scriverò. e le dirò che leggo il suo blogggggghe. lo farò usando la posta elettronica interna. dall'indirizzo capirà che sono un consulente esterno. quindi saprà subito che non ho profilo nell'organigramma, soprattutto niente foto. così probabilmente - se un minimo è curiosa - cercherà sul feisbuch. a quel punto ci incroceremo al caffè, mentre fa comunella con le sue colleghe del soscialmediamarchettttting. non si farà accorgere da costoro. mi osserverà, provando a non farsi accorgere da me. farà finta di nulla, distoglierà lo sguardo. continuerà a interloquire con le sue colleghe ignare, ragionando se e come rispondere: quanto meno per educazione. come da acqua e sapone elegante, charmant, senza troppa possibilità di replica.

non scrivo su un blogghettino cul de sac, infarcendo di refusi e senza rileggere troppo, mica per altro. insoddisfatto di [quasi] tutto, ovvio.

due.
ho letto un altro libercolo di erri de luca. roba intensa quanto breve. [quasi] come sempre del resto. è uno dei prodotti commercial-editoriale che preferisco. perché questo è. oltre a cesellare ogni periodo, la singola parola. prendendo dalla scatolina di metafore atomiche [meta-metafora, per certi versi] i pezzi di creta con cui modella il fluire del suo raccontare, e raccontarsi. l'ho letto al mare. sentivo lo sciabordio dell'acqua sotto il terrazzino. me lo sono portato apposta. avevo idea potesse essere un bel modo di farli giocare assieme, nel coccolarmi un poco. funziona e va bene per quanto prodotto commercial-editoriale ben riuscito: erri scrittore, non il mare.
non solo coccola. ma ho avuto anche una minuscola epifania. lui, erri, comunque ha scritto. racconta in maniera frattale. non romanzi. non racconti. non saggi. non poesie. una sinestesia di tutto ciò.  credo l'abbia fatto e gli venga come naturale modo di esprimere quello che gli ribolliva e ribolle dentro. in maniera pacata, com'è la sua scrittura. in modo inesorabile, come rimane attaccato di lui quello che la sua scrittura disegna. sono pochi colpi di pennello, acquerello. quando asciuga si fa pregno. la piccola epifania è questa: dipingere con l'acquerello. ma non per il disegno in sé. ma perché sono e mi ribolle dentro.

solo che bisogna applicarvicisi. come un qualcosa di inevitabile. e non solo in post chilometrici come questo. senza contare poi i refusi che ci lascerò dentro.

solo che bisogna applicarvicisi. mentre io compulso con lovvvvvvvvo. con cui spreco un sacco di tempo, troppo. con tutte le energie ossessive che tutto ciò si porta dietro. oltre il tempo, appunto. è forse questa la cosa più frustrante. non il fatto che tanto non troverò nessuno con cui farsi un qualche numero di scopate. ma per il tempo che ci si deve perdere per. forse per la poca efficienza dell'applicazione: redemption dello 0.5%? manco una campagna di direct email marketing. e non è che è solo questione che sono selettivamente esigente: anche perché mi sono detto che va bene più o meno tutto quello che esteticamente mi sembra passabile. è un riflesso pavloviano del ndocojocojo, che diventa un modo per andare oltre. che rischia di diventare ossessivo-compulsivo, oltre che un poco sgraziato.
non è più un problema morale. e nemmeno il pericolo diventi una obnubilante coazione a ripetere. no: è proprio il tempo che devo perderci appresso. lungo. troppo lungo.

ho voluto scrivere un post lunghetto. per cercare di far qualcosa di più utile: se non alla mia autostima, almeno che placasse la banalità di quel frugare tra donne casi umano - come me del resto, che son uomo.
ora però debbo andare di là, che già ho passato un tempo eccessivo di qua.
i refusi, al solito, si sprecheranno.

Wednesday, August 10, 2016

un'altra lettera semiseria alla ministra MEB

cara MEB.

contnuo a chiamarti per nome, di nuovo. perché sei più giovane di me, e non credo tu abbia nulla di più di me, tali per cui io debba mostrarti quel senso di distacco rispettoso.

detto questo. in effetti è come se concentrassi le attenzioni dei media. e quindi di rimbalzo di chi i media ne fruisce. d'altro canto non credo la cosa possa meravigliarti. in fondo sei l'icona mediatica di questo governo e tutto quello che - mediaticamente - il governo rappresenta. in fondo sei la persona perfetta: fenotipicamente perfetta. ma non per questo che ti scrivo.

innanzitutto, con tutta l'antipatia che di controbalzo mi scateni dentro, credo che il vignettista abbia fatto una vignetta idiota. nonché sessista. ne ho letto la sinossi, troppo inutile sprecare quei pochi secondi per guardarla e rimanerne contrariato. per quanto - sia chiaro - il vignettista ha tutto il diritto di fare una vignetta sessista. ed io di stigmatizzarla come tale, ed anche convintamente. ed esserne fermamente contrario.

ma questo  - ovvio - non basta nemmeno a far iniziare la giustificazione del vignettista, per il fatto che costui possa essere fortemente contrario alle tue ultime uscite. talmente contrario che ne viene fuori quella minchiata di vignetta. che è da biasimare perché sessista. punto.

ma d'altro canto la vignetta non c'entra. tranne per il fatto sia una semplice coincidenza temporale. il fatto che sia il vignettista di una vignetta sessista che io - che rivendico il fatto di oppormi a qualsiasi forma di sessismo - si sia fortemente contrari alle tue di stronzate. che forse non sono gravi - ai miei occhi - come fare una vignetta sessista. ma che stronzate rimangono - sempre ai miei occhi ovvio.

vedi come funziona mariaè? è una coincidenza. e questo non significa che io sia sessista per il fatto sia d'accordo - sulla contrarietà alle tue uscite sul referendum - con un vignettista di una vignetta sessista. giusto per spiegarti che i sillogismi non funzionano se confondi le premesse: soprattutto quella maggiore. è la stessa ragione che, per isomorfismo, non funziona il fatto che se brunetta ed io si voti allo stesso modo - nei confronti della riforma costituzionale che porta il tuo nome assieme a quella del tuo caro premier - brunetta ed io si sia la stessa cosa. votiamo allo stesso modo. anzi, a dirla tutta è brunetta che vota come me.

lo so, è una polemica vecchia questa. però vedi, non sono molto più sul pezzo. e sono impegnatissimo su lovvvvvvo a trovarmi la donna della mia vita per un paio di serate... tre via: perché poi anche lei capirà che sòla sono. ma mi è utile - la polemica, non il mio impegno su lovvvvvvvo - per consigliarti - molto sommessamente - di cambiare il tuo ghost writer. oppure di cambiare sostanze con cui vai in trance agonistica prima di certe dichiarazioni, se sono frutto del tuo acume retorico-politico.

tipo la storia dei veri partigiani che son quelli che votano sì alla riforma.

oppure, ora, la storia del poco rispetto del parlamento se si vota no.

poco rispetto per il parlamento chi vota no? e lo dici come importantissima rappresentante di un governo di cui fai da elemento iconico-mediatico che lo ha obbligato a tante fiducie come se non ci fosse un domani? e questo cos'è allora? dico sottrarre dibattito e contraddittorio ad un consesso in nome del fare [con ottimismo, ovvio]. dov'è il rispetto per quei parlamentari che - legittimamente - la tua riforma non l'hanno votata? guarda che non sono mica così pochi costoro. sono talmente in tanti che si è obbligati al referendum. che - come saprai da articolo 138 della Costituzione, quando la maggioranza è semplice - è obbligatorio, non un gentile timbro più o meno plebiscitario che è ottriato al popolo dal tuo magnifico premier, neh?

perché io ho la sensazione che nella vostra narrazione così irresolutamente ottimista, che indica che le cose non potranno che andare meglio a prescindere, altrimenti si è gufi, ci sia qualcosa di stantio, di vecchio, di muffo. qualcosa di dannatamente già visto. cambiano le facce, le icone mediatiche, si abbassa pure l'età media. ma c'è un dèjà-vu che proprio non mi piace. e che quando c'era il nano coi capelli di kevlar c'era un sacco di gente che non perdeva occasione di stigmatizzare. mentre ora c'è una sorta di pazienza, lascialo lavorare, e poi viene più o meno da sinistra o quella cosa che adesso tanto non ha più senso parlarne perché sono categorie superate.

ecco. è quel puzzo lì. qualcosa che odora di potere finalizzato al potere. e basta assicurarsi che il tessuto connettivo di chi dirige il baraccone si sia accorto che tutto sia cambiato, acciocché poco nulla cambi. continuo a pensare che molto sia dovuto all'ego ipertrofico del tuo caro lidèr. per cui arrivare al potere sia funzionale al fatto che lui deve starci al potere. il resto, quasi tutto il resto ha importanza relativa. in questa mia percezione puzzosa credo che in questo c'entri - l'ego ipertrofico dico - per spingerlo a seguire, quasi pavlovianamente, certi riflessi, oltre al fatto che io abbia un certo bias verso quelle personalità.

scusami, cara MEB, alla fine gli improperi sono soprattutto per il tuo imperatore del consiglio. un po' mi spiace che il combinato disposto - con proporzioni di una parte su qualche decina di milioni - tra la mia riluttanza esistenziale ed il vostro modo di porvi non mi riesca a far valutare obiettivamente, come in camera sterile, la vostra proposta di riforma. da un certo punto di vista credo sia l'effetto inevitabile, quando si infangano i pozzi di una stoltissima personalizzazione. talmente stolta che bisogna essere piuttosto obnubilati da sé medesimi, per non avere chiarissimo da subito che questo avrebbe incasinato il tutto. non per altro: in un paese tripartito è più probabile averci contro la maggioranza delle persone, invece che a favore. anche questo è segno dei tempi che non cambiano. non sollevarsi da una certa mediocrità al potere, nelle classi dirigenti del paese, nell'accezione più poterosa.

cara MEB in fondo è tutto qui. uno sfogo. qualcosa che mi ha distratto per un ottavo di sera dalla mia attività compulsiva su lovvvvvvvo. io mi sono arreso così. lasciandovi un sacco di spazio, nel mio piccolissimo e personalissimo contesto. e prima di tornare a verificare i match e le nuove visite dellllllà almeno ve lo lascio scritto in un cul de sac che è uno su millemilioni di pensieri: è roba santia, già vista. di nuovo c'è il fatto che ora non so che votare. tranne quello che credo voterò a ottobre/novembre/dicembre. quando ci farete la grazia di farci votare, perché intuirete che quello è il momento a voi più propizio [cambiare le linee editoriali del servizio pubblico l'avete testé fatto. a proposito di roba già vista...].

vi auguro abbiate già cambiato i ghost writer, per allora.

Friday, August 5, 2016

nichilismi a mia insaputa [e piccoli, che manco quello mi riesce compiutamente]

ri-abbasso un poco lo sguardo sull'ombelico.

l'utilizzo di lovvo.com si sta rivelando un po' una sòla. quanto meno è la combinazione di lovvo.com e come penso di fruirne. di nuovo: l'approccio è troppo cervellotico, in mezzo ad una pletora di gente un po' sfighinz - come me del resto - che affida al caso degli algoritmi combinatori il fatto di incrociare qualcuno. non si capisce se per costruire qualcosa assieme, o per finirci qualche volta a letto. che poi sarebbe quello che mi prefiggo io, visto che non mi rimane altro che scopare. poi naturalmente le reali intenzioni sembrano andare da tutt'altra parte. o forse mi illudo che ci possa essere in quella pletora di gente sfighinz - come me del resto - almeno che cervelloticamente decida di fare almeno quello: scopare dico. e che gli algoritmi decidano di farmela incrociare. e che gli algoritmi della mia testa confusa sappiano suggerirmi qualcosa da scriverle che possa smuovere la sua curiosità. e che l'algoritmo della sua testa - che voglio brillante - sappia suggerirle di rispondermi. cosa che sistematicamente non succede. a parte una - noiosetta - che mi ha sfanculato in fretta smettendo di rispondermi. o di una escort, che mi ha chiesto se l'articolo poteva interessarmi.

cervellotico in una pletora che so - statisticamente - mi annoierebbe al 90% della probabilità. cervellotico perché nonostante voglia solo scopare in realtà cerco qualcuna che non mi annoi. non fosse che tra una scopata e l'altra di qualcosa bisognerà pur parlare, quando si è comodi nello sciallo ignudo del post-coitum. e soprattutto dovrò pur parlare con qualcuna che sappia stimolarmi - intellettivamente, ovvio - abbastanza da tirar fuori qualcosa di decente, almeno a parziale compensazione di prestazioni scopatorie che so già fin dove il fisico può sostenermi.

poiché sono distonico ho testé iniziato ad aprire anche le pagine di senzapudore.com. che il nome del servizio promette qualcosa di bollente. ed in parte lo mantiene. non foss'altro per come alla minchia pare abbiano sviluppato le componenti client per il browser. che l'utilizzo della CPU sale a picco [volendo ci starebbe anche un doppio senso, se non fossi così disperante] non appena si prova a fruire di quelle pagine, e che si cerchi di interloquire con i contatti che pare arrivino copiosi e a pioggia. e allora sì che lì bollono i core del microprocessore, e la ventola gira a palla. tipo i miei coglioni quando mi sento un po' un pirla ad osservare quello sfregio ad uno sviluppo almeno un pochino ottimizzato e le latenze in cui sono costretto, per guardare la fotina di quest'altra che ha appena visitato il mio profilo. che se voglio vederla a dimensioni accettabili e/o scriverle devo pagare. ma non è per la latenza in sè che mi girano i coglioni. ma perché in quella latenza ho tutto il tempo di osservarmi da fuori e chiedermi quanto da coglioni sia questa insopprimibile voglia di [solo] scopare. e nel contempo pensare che l'estate sta correndo via, senza che si possa sfruttare l'incontestabile vantaggio del caldo. che poi sarebbe quello di poter starsene nudi comodamente senza provar il minimo fastidio di temperatura. e vivere il momento scopatorio o la comodità del prima e del dopo come qualcosa di ancora più naturale. che poi l'estate prossima sarò di un anno più vecchio e un anno più represso. anche se magari riuscirò quasi a convincermi che in realtà a me interessa solo scopare. e possibilmente scopare bene, che è la prima cosa.

e quindi non mi sfiorerà più il dubbio sia invece solo una specie di falso bersaglio. sotto la cui tappetosa licenziosità [solo in potenza, ovvio: nessun atto. onanismi a parte] nascondo il fardello dello sporco del vedermi buttare nel cesso un po' tutta la mia esistenza. non mi rimane che scopare: tanto so che non riesco a far nemmeno quello. però almeno non penso che è come se non mi rimanesse più null'altro di non disperante, in cui ancorare qualche stilla di cose sensate o che possano dare un senso. che sempre più mi sfugge. o che si manifesta nel suo non esserci.

e tutto mi è quasi tremendamente chiaro. forse anche che è una questione di contingenze, che sto o si stanno sclerotizzando in struttura. e che sia tutto chiaro non rende più accettabili le cose. le rende semplicemente più lineari. talmente lineari che - evocando il rasoio di occam - paiono inevatibili nella loro semplicità: corrette tanto sanno di consapevolezza.

come se vedessi chiaramente e spiegato mirabilmente bene quanto stia andando alla deriva. peraltro in maniera virginale [gli onanismi non contano], visto che non si batterà chiodo. nemmeno a scopare riesco.

[o forse è anche perché è venerdì sera. sono stanchissimo. che sono venti i mesi da cui non sto facendo nessun tipo di vacanza].
[posto che, quand'anche funzionassero meglio le pagine di senzapudore.com, se obnubilato da queste psicopippe, quando riuscirò mai a ficcarlo?]