Saturday, December 19, 2015

sui pensieri positivi, a che punto stiamo, ed altre amenità

più o meno una settimana fa venivo chiamato in causa dall'amico omar. mi nominesciava per una delle tante catene di sant'antonio che si sono inventate nell'orbo terracqueo feisbucchiano. solo che questo mi ha coinvolto un po' più delle altre, da cui solitamente mi sfilo.

tre pensieri positivi, per cinque giorni, ed altrettanti nominati. un florilegio di pensieri positivi. le reti soscial ne sono piene, vero. è financo vero che sono di più le vomitazioni di astio, incazzosità e cose destruens così. ho un'idea a riguardo, ma tant'è. quindi mi son messo a eseguir per benino il mio compitino.

solo che, naturalmente, sono partite altre psicopippe, tutte - tutto sommato - con approccio positivo. peraltro, della quindicina più o meno improvvisata, ad un paio di queste sto pensando un po' più ripetutamente. la tre del giorno 2, e la due del giorno 5. ma esulano dall'economia di questo post.

perché invece mi son tornate alla mente due cose, che sono un po' indietro nel tempo. e che però, or ora, trovano un senso con una certa compiutezza. e forse [mi] spiegano il perché mi sia piuttosto appassionato a questo giochetto. una specie di far una specie di punto della situazione, a che punto stiamo, appunto.

le due cose sono semplicemente queste.

la prima è la prima cosa che mi disse odg, ormai un lustro fa, più o meno in questi giorni. "non si può prescindere dal contesto". si parlava del fatto e del perché fossi andato da lei. io le dissi delle mie insoddisfazioni ontologiche. lei, con la questione del contesto, capisco ora, cominciò a far sollevare lo sguardo dal mio ombelico. una cosa del tipo: ehi, non pensar di essere così speciale da cucinarti solingo la ricetta delle tue sventure, né delle tue resurrezioni mediante i tuoi film. c'è il mondo fuori di te. e se il mondo prossemico va un po' a puttane, non puoi pensar di far faville solo con le tue forze. non lo disse proprio così, usa un linguaggio più forbito e mai casuale. ma credo che il senso fosse quello. e questa è la prima cosa.

la seconda un post che scrissi ormai nove anni fa. in una serata un po' particolare. nel post raccontavo di mio padre, e parlava soprattutto d'altro. ma ci infilai, senza troppo meditarlo, un'intuzione che si è rivelata molto più azzeccata, alla luce di quello che sta avvenendo e che potrebbe venire. il post è questo, ed il libro di cui parlo è questo. in prima battuta mio padre era un'ottimista. forse, altresì, gli riusciva in maniera naturale e pre-meditata il positivfinching [la meditazione, a volte, può diventar una gran granguola di colpi sui coglioni]. è che uno si accorge di somigliar [in parte] al proprio padre anche per questo. solo che io ho dovuto lavorarci un po' sopra, anzi: continuo e devo continuare. e questa è la seconda cosa.

io lo so che questa catena un po' amena mi ha coinvolto più del previsto [anche] perché, tutto sommato, le cose cominciano a sistemarsi e/o girare e/o darmi soddisfazione: il contesto di cui accennava odg. ho passato momenti del tutto diversi, da cui miGlionidirighedipost giaculatori. roba che non è nemmeno di tanto tempo fa: io me li ricordo anche solo fino a qualche settimana fa, il buio e il nero che vedevo, a tratti, all'orizzonte. è verosimile che possano anche tornare. non foss'altro che cenere torneremo ad essere, e non credo sarà una cosa garrula averne la contezza di avvicinarvicisi. ma è proprio perché le cose tutto sommato cominciano a sistemarsi, seppur temporaneamente, che mi ha fatto bene far il punto. ed il punto passa anche per puntualizzarsi quello che si è diventati, nel gerundio di continuare a divenirlo. perché per farlo sempre meglio aiuta saper dove e come si son piantate le radici, da dove e da chi si viene. che poi è come compiutamente aver un po' chiaro l'esser figlio, e relazionarvicisi serenamente. a partire dallo strutturar in un certo modo certe sinapsi, per costruire nuovi circuiti neurali nella propria testa.

con meno rumore di fondo si contribuisce meglio a dar un senso al tutto: mica solo il mio, che da solo non conta 'sto granché. ora si tratta di [provar a] farlo. magari cedendo un po' di gelosia della solitudine. [se non s'era capito questi sono il pensiero 3 del giorno due, e la 2 del giorno cinque]. le cose vanno, a prescindere da noi. qualche positivthinching in più danni non ne fa.

1 comment:

Omar said...

Sempre un piacere leggere le tue elucubrazioni...