Saturday, October 24, 2015

sparizionismi, di venerdì sera [e che acclara la sua iperbolica illogicità l'ultima riga]

la premessa è che sono molto stanco. mi sono addormentato sul divano alle 20.00. per svegliami 50 minuti dopo, sul rincoglionito, e lo stomaco un po' [ancora] sottosopra.

l'altra premessa è che è un post giaculatorio, quindi noioso. serve a me per sputar fuori la mia frustrazione. e metter l'ennesima bandierina nel fil rouge delle giornate la cui serata dovrebbe esser liquidata, senza remore, con il divano letto aperto prima del tempo.

un'ulteriore premessa è che non ho distaccato il segnale neuronale nemmeno un po' con nessuna sostanza, e/o assunzione di alcunché. solitamente è birra. sempre più raramente il vino: sarà che il vino bevuto da solo, in assenza di interazione sociale, è meno consumevole.

l'ultima premessa è che fisicamente sono in salute, ed ora continuo a fatturare: non è una questione di venalità, visto che non lo sono mai stato. è che se una delle poche cose positive del periodo è quella di fatturare, significa che c'è poco da rallegrarsi. per quanto ci possono essere periodi omologhi, dove però non si fattura nemmeno.

in fondo il momento più sereno della settimana dovrebbe esser questo. il venerdì sera. che si hanno davanti ben due - dico due - giornate dove [apparentemente] il tempo lo si gestisce in autonomia. sono i due giorni che servono per decontaminarsi. per quanto il venerdì sera si è maggiormente carichi di tossine. da cui decontaminarsi, appunto. forse è per questo che si rischia di essere così incazzati.

e quindi i pensieri vagolano, a volte, in maniera stridente. dove stridente è l'aggettivo, onomatopeicamente, cercato ed utilizzato apposta. stridore di metallo, ad essere più precisi.

tipo, quella suggestione immaginifica del: se sparissi, e mi portassi dietro la memoria di quel che sono stato, interazioni relazionali comprese. via, szoottt, scomparso: per sempre. ma come se proprio non ci fossi mai stato. giusto per non dar il peso agli interrelazionati di prendersi il disturbo e/o il peso di provar una qualsiasi forma di sentimento negativo, o mancanza. non merito nemmeno quello. come affannarsi per uno che non c'è mai stato e che non è più. levo il disturbo. e mi porto dietro il ricordo. nessuna traccia nelle reti neuroni-assoni di chicchessia.

me ne vado via. quel frammento d'attimo prima di violare un qualche vincolo logico del tipo: come fa ad andarsene uno che non è mai stato? perché non c'è nessuno che rechi il ricordo di nessun tipo di passaggio.

come non meritarsi nemmeno di lasciar in ogni dove nessun tipo di traccia. per manifesta inutilità: quanto meno percepita, e poco importa se si è affogati nella consapevolezza ci si stia azzuffando, fendendo cazzottinissimi, con la propria autostima. nonché qualche addentellato con la cultura calvinista, con gocce di nichilismo.

tecnicamente dovrebbe scomparire anche questo blogghe - con peraltro tutti i refusi. a partire da questo post.

zoooot.

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