Wednesday, May 21, 2014

un sonoro e ontologico vaffanculo

ad andare peggio, anche molto peggio, ci vuol niente. almeno questo, quel po' di vita, me l'ha insegnato.

però esistono pure i minimi relativi, così come i massimi: quelli a derivata prima uguale a 0. niente punto angolosi, certo, ma in questo minimo [relativo] c'è un massimo [relativo] di grandissimo giramento di coglioni sfiduciati. l'epigono, il punto d'accumulazione di rassegnati vaffanculamenti.

e spiace che non ci si possa neppur lasciar andare al torpiloquio sfogatorio che si viene equivocati. ora che è un termine assurto a dialettica politica. 'ché il buffone [quello coi capelli veri, non quello coi capelli di kevlar] vi ha come posto una sorta di copyright dialettico [così come se mi viene il termine buffone poi sembra l'abbia copiato dal ganzo col chiodo - ecco, non parlatemi, tra gli altri, di chiodi]. ci è stato scippato, il termine sfanculante dico. e così bisogna anche spiegare che non è quella vaffanculaggine lì.

e quindi, beffardamente, si rischia pure di pure depotenziare l'effetto distruggikarma e gastropatico del sonoro vaffanculaggio. un vaffanculo che sgorga e ribolle quasi in maniera ontologica e riassuntiva di settimane, mesi, anni: che non ho neppure voglia di far troppi distinguo, roba da "tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti" [cit.].

ad andare peggio, anche molto peggio, ci vuol niente.

ma penso si possa incastrare questo ventunodimaggio come la peggiore giornata di questo duemilaquattordici. il minimo relativo, appunto. facciamo che rimanga tale.

ora me la chiudo con una bottiglia di birra, il panzerotto di sfoglia, un libro. da solo, che evito altri danni interlocutori. con un sonoro vaffanculo a rieccheggiare pure a questa giornata.

domani, ventiduemaggio, si ricomincia. che sarà un po' meno peggiore.

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