Friday, May 23, 2014

sulle elezioni, e tutto il contesto fallimentare

domenica si vota.
per fortuna.
almeno smetterà questo bailllllame di minchiate da avanspettacolo. che ora sono in tre a insultarsi a vicenda. che dal punto di vista combinatorio significa moltiplicare per 3 i possibili reprobamenti tra galantuomini.

ma non era questo il punto.

è che pensavo alle elezioni del 2006. occhei che erano le politiche che avrebbero potuto decretare la fine del nanodaicapellidikevlar [ed invece fu la volta dei 24mila voti di vantaggio alla camera, e i due senatori in più. finì - male - un paio d'anni dopo]. erano pochi mesi che era mancato mio padre. ed ero travolto da sensazioni decisamente poco positive. una patina di tristezza appiccicaticcia mi pareva avvolgesse ogni momento, ogni sensazione, ogni andare. roba ontologica. però ricordo anche l'enfasi con cui mi piaceva comunicare financo blogghicamente [e tutti quelli successivi, con lo stato d'animo dei risultati] quello virgulto di speranza che, nonostante tutto, mi sgorgava.

e invece ora siamo nel 2014. occhei che sono le europee [che sono financo più importanti, ma siamo troppo provinciali per accorgercene]. sono pure in una situazione financo meno grave e meno seria. non è mancato nessuno e la salute, fisica, c'è. eccome se c'è. ma mancano i virgulti. anzi, mi ritrovo con un pugno di cose nauseabonde in mano, liquefatte.

la sfiducia è obnubilante.
l'amarezza è tonitruante [dentro].
la frustrazione è a-socializzante.
il fallimento è oltre quello economico.
il sopportarsi è soffocante.

è come se fossi pervaso da tanta di quella rabbia nervosa da non riuscire a eiacularla del tutto e con disseminazioni isotropiche oltre me. e mi tornasse indietro. e mi re-investisse, per farmi provare punte di disprezzo per me medesimo. è tutto molto irrazionale, lo so. ma la razionalità mi serve solo a capire che è roba irrazionale.

non ho voglia di aver a che fare con nessuno. anche per evitare di sbagliare i termine, la sintassi, la pragmatica, la cifra stilistica. che giustamente poi lo fanno notare. quasi non lo sapessi già da me: mi torna indietro la rabbia nervosa, ne sono consapevole.

ci sono le elezioni europee. nel nostro piccolo anche le regionali e le amministrative. sarò ai seggi, dovrò aver a che fare con qualche centinaio di persone da qui a lunedì sera.
spero di non mandare affanculo gratis qualcuno. quand'anche dovesse meritarselo.

[credo che possa interessare meno di un cazzo a nessuno [lo sproloquio ha un valore di piccola valvola di sfogo, apparentemente, anche se chissà quale regola o paradigma delle balle va a violare a partire dal punto di vista psicanalitico e altro] ma penso che voterò per tre persone che, son certo, al parlamento europeo faranno bene, se elette, ovvio. [e se qualcuno del nord-ovest, votasse da quelle parti e volesse segnar delle preferenze sappia che sono proprio in gamba, per quanto ne convenga un rabbioso-fallito come me]. nel caso sarà un voto piuttosto serenamente pragmatico, giusto per pescar quel po' di sinistra rimasta da quelle parti, e forse anche in controtendenza a me medesimo che ancora più a sinistra avrei votato. ma forse è pure l'unica che mi riesce sensata in questo periodo. tant'è.]

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